GIORGIO SABBADIN CI RACCONTA COSA VUOL DIRE ESSERE ISTRUTTORE DEL CAMP. PER ME “E’ COME ESSERE UN BAMBINO CON UN GELATO IN MANO”

Ciao Giorgio, dopo l’intervista al direttore tecnico Renosto ora tocca a te: quest’anno il Camp si chiamerà Eat-Sleep-Play Beach Camp. Tu sei parte dello staff dai tempi della Sisley Volley Camp. A Bibione ci sei dalla prima edizione. Cosa è cambiato in questi anni di Camp?
Sono cambiati gli orizzonti… ma non gli occhi che guardano questi orizzonti. Con questa immagine voglio dire che in origine lo staff si preoccupava di sviluppare soltanto e di continuo l’offerta tecnica e logistica, mentre i partecipanti chiedevano di fare un’esperienza volta a migliorare le proprie opportunità di gioco. Ora lo staff si preoccupa di essere un passo in avanti al mondo che ci circonda garantendosi un futuro, non a caso il numero degli istruttori che stiamo fidelizzando e crescendo negli anni è incrementato e anche un po’ ringiovanito. I nostri partecipanti, invece, non solo si iscrivono per il lavoro tecnico, si iscrivono (e molto spesso poi ritornano) perché sanno che troveranno tanto divertimento, tante amicizie e un ambiente che grazie al lavoro dello staff si trasforma in una esperienza indimenticabile. E’ un mestiere quindi che è diventato più totalizzante, a 360°, non è più sufficiente allenare e basta.

Chiediamo anche a te se il Beach Volley e il Volley sono due sport completamente diversi? Sono due sport in parte diversi, gli strumenti di gioco sono “simili” e chi gioca a pallavolo parte con degli ingredienti buoni per raffinare le tecniche specialistiche del beach volley. Al di là delle tecniche, il sole, il mare e l’aria aperta rendono questo gioco una vera sfida dalla quale poi difficilmente ci si stacca…

Quali sono i tuoi segreti per riuscire in una settimana ad insegnare ad un gruppo di ragazzi mai visti prima qualche segreto sulla pallavolo?
Credo che trasmettere entusiasmo sia la base. Non importa cosa si sa fare, importa con che spirito si affronta la settimana per migliorarsi. Se c’è coinvolgimento emotivo ci può essere apprendimento. Io mi concentro molto su quale sia la chiave di svolta per coinvolgere i ragazzi. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico e didattico del lavoro, so che in pochi giorni è fondamentale dare una organizzazione di gioco perché è attraverso il gioco di squadra che l’individuo si può esprimere meglio. La crescita ed il miglioramento tecnico sono una conseguenza di questo approccio e filosofia di lavoro.

Ti diverti durante il Camp?
Mi diverto tantissimo!!! Anzi mi sento più leggero e con più energie. Mi sento come un bambino con un gelato in mano…

Nel corso dell’inverno di cosa ti occupi?
Alleno Pallavolo Padova. Il gruppo maschile Under 18 lo seguo nel ruolo di primo allenatore e poi sono anche assistente allenatore in Superlega. Un impegno molto intenso, ma anche molto stimolante!

Ci lasci un messaggio per il 2017?
Non ti fidar di me se il cuor ti manca.

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